#ANIME: I consigli di #DOKTOR #08 – Houseki no Kuni

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"Wow, che figo quest’anime fatto in CG". Mai sentita questa frase? Neanche io. Ecco perchè l’anno scorso avevo bellamente ignorato questo Houseki no Kuni – Land of the Lustrous, viste le prime immagini e notizie a riguardo. Dopo la messa in onda però si è generato un certo passaparola a riguardo, fino a diventare una tra le serie più raccomandate del 2017 dagli appassionati (vi segnalo a questo proposito il nuovo podcast che ho iniziato ad ascoltare, The /r/Anime Podcast, direttamente dalla subreddit dedicata al mondo anime, grazie al quale sto recuperando qualche chicca come questa). Vediamo perché.

Già il setting è piuttosto originale: protagonisti sono dei minerali antropomorfi che abitano il pianeta dopo che gli esseri umani sembrano essersi estinti. Il loro problema è che vengono costantemente presi di mira dagli abitanti della Luna, per farne strumenti e altre cose non meglio precisate.

I nostri amici luccicanti devono quindi pattugliare i dintorni del loro insediamento trovandosi spesso a combattere questi esseri dalle sembianze quasi divine.

Quello che seguiamo principalmente nel corso della storia è Phos, a cui non è permesso combattere perché ha un grado di durezza piuttosto scarso rispetto ai suoi fratelli (3,5 su 10 che è il massimo, cioè il diamante), rompendosi spesso e volentieri già da solo. Sì perché queste gemme in realtà non possono morire: anche andando in pezzi possono essere ricomposte. Interessante però il fatto che la loro memoria è immagazzinata in tutto il corpo, quindi se dei frammenti vanno perduti con loro se ne andranno anche dei ricordi.

Come si diceva all’inizio, questa serie è realizzata quasi completamente in CG (mi pare che solo gli sfondi siano in 2D) e per una volta si può essere felici di questa scelta: innanzitutto è perfetta per la resa dei personaggi, con tutte le loro superfici riflettenti. Secondariamente, permette di fare dei movimenti di camera e coreografie di combattimento unici.

Questo è il segreto di una buona animazione 3D: sfruttarla per fare cose che non si potrebbero fare con l’animazione tradizionale, non per scimmiottarla. Si spera che Houseki venga preso ad esempio per le prossime produzioni che hanno in mente di utilizzare questa tecnica, perché ha veramente fissato un nuovo standard di qualità.

L’unico vero difetto è che il finale è aperto: dopo aver mostrato l’ottimo percorso di crescita di Phos la storia si interrompe proprio quando cominciano a venire svelati alcuni misteri dell’ambientazione. Il manga da cui è tratto è ancora in corso, speriamo non ci voglia troppo tempo per una seconda stagione.

In ogni caso, vale assolutamente la pena recuperarlo perchè è proprio, ehm, una piccola perla (wink wink).

Scheda: Houseki no Kuni

VVVVID: Houseki no Kuni

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