Oggi su Reddit è apparso il solito post che si chiedeva perché Steam venga accettato così tanto "a scatola chiusa" dagli utenti PC:

Quote from: https://www.reddit.com/r/truegaming/comments/2n6430/steam_ownership_vs_licensing_and_all_the_prosteam/I am honestly confused as to why so many games wholeheartedly accept steam and the be all and end all for pc gaming. The breakdown of ownership and the transformation towards more and more licensing in my opinion is a terrible path of development for gaming in general. Sure, steam has the best platform compared to others like Origin or Uplay but all of the games purchased on steam are managed by them and ultimately owned by them. They have the ability to remove games from their libraries and even from people’s hard drives without any consequences. I like to think that PC gamers are more mature than console gamers but this submission to steam and their policies is a dangerous path. Do we simply like them because they offer crazy sales? Do we simply like them because they are better and more optimized than Origin or Uplay? I simply don’t understand all this pro-steam sentiment and I am honestly looking to be convinced.

La discussione che ne è seguita è stata abbastanza interessante e sono stati sollevati parecchi punti validi.

L’aspetto che però volevo sottolineare io è che l’adorazione che l’utenza ha per Steam deriva anche dal fatto che, fino a poco tempo fa, Steam era davvero l’unica piattaforma di distribuzione digitale esistente su PC.

Tutti i concorrenti – Desura, GOG, per non parlare di tutti gli store minori – non hanno mai avuto davvero la potenza di fuoco necessaria a competere con Valve, e si sono ritagliati delle nicchie specifiche dove svivacchiano con più o meno successo.

Da un po’ di tempo però sono entrati in campo due big player come Ubisoft e, soprattutto, come Electronic Arts, che col suo Origin comincia davvero a diventare un’alternativa fattibile allo store di Valve, specialmente sul fronte degli AAA. La strategia aggressiva di EA, fatta di esclusive di peso (tra le quali l’ultimissimo Dragon Age: Inquisition) e offerte allettanti (i giochi gratis) avrà sicuramente portato diversi giocatori PC a installare anche Origin sui propri PC.

Nel frattempo Steam ha perso un po’ di lustro a causa degli abusi dell’Early Access e di Greenlight e, per quanto continui a essere sicuramente la piattaforma di riferimento per il mercato PC, è pur vero che sicuramente tra queste e altre debacle, come le Steam Machine che sembrano morte sul nascere, e il recente pasticcio di GTA San Andreas (anche se quest’ultimo non è certo dipeso da Valve)…

Insomma, se c’è un momento giusto per tentare l’attacco al fortino, pare essere proprio questo.

In più all’orizzonte c’è sempre GOG Galaxy, che promette di unire i vantaggi di Steam (client solido, infrastruttura social e per il multiplayer) con la filosofia DRM-free di GOG, e lì, a meno di fughe di massa di developer e publisher spaventati dall’assenza di protezioni anti-copia, potrebbero essere davvero dolori di pancia per tutti.

In un modo o nell’altro credo quindi che il decennio di dominio incontrastato di Valve stia per essere messo alla prova: il digital download su PC nel 2003 era una nicchia, e Steam ha potuto dominarla incontrastata grazie alla sua posizione di vantaggio, e al contempo è cresciuto proporzionalmente con essa.


Steam nel 2003

Oggi però questa nicchia ormai non è più tale, e comincia a far gola a tanti: dopo anni di prosperità relativamente indisturbata, è arrivato chi può avere davvero i mezzi per impensierire Gabe e soci.

Come reagirà Valve? Di sicuro non potrà permettersi di eliminare il DRM dai giochi, e il catalogo EA probabilmente è off-limits per sempre (a meno che Origin non fallisca in maniera colossale).

Per ora la strategia della compagnia di Newell sembra consistere nel capitalizzare ciò che già ha, quindi la base utenti smisurata (a cui viene chiesto di valutare giochi, recensirli, consigliarli…) e l’amplissimo catalogo (che con gli ultimi cambiamenti nello store si cerca di sfruttare in maniera più profonda, portando alla luce le robe più nascoste tramite algoritmi social e di profilazione degli utenti).

Le Steam Machine, si diceva, sembrano ormai un lontano ricordo. Gli store personalizzati sono fermi a metà strada, essendosi l’idea concretizzata in un tot di rivenditori online, più o meno famosi o conosciuti, che vendono chiavi Steam in maniera più o meno legale.

L’idea prospettata in passato, però, di rendere Steam semplicemente un’infrastruttura, un grossista, se vogliamo, che si limitasse a fare da back-end a vari store per l’utente finale, per ora non sembra essersi realizzata, e dubito che mai si realizzerà. Anche l’eventualità di store gestiti dagli utenti o da realtà piccole, con eventuale relativa percentuale dei profitti, sembra essersi trasformata nel sistema dei curatori, che fanno gratis da vetrina ricavandone in cambio forse un po’ di visibilità.

Secondo me la "big thing" potrebbe essere l’integrazione con Twitch e simili: Origin già supporta lo streaming, come del resto tanti altri software più o meno user-friendly. La facilità d’uso potrebbe essere un primo passo (quanti utenti hanno "scoperto" Twitch grazie al tasto Share di PS4?).

Non è difficile però immaginare un’integrazione più profonda, che permetta ad esempio di vedere in diretta la partita di qualcuno su Twitch, ed aggiungercisi al volo in multiplayer premendo semplicemente un tasto. Credo che il primo player che troverà l’idea giusta a riguardo avrà una bella posizione di vantaggio rispetto agli altri.

Per il resto, staremo a vedere.

Personalmente, dopo aver "rotto il ghiaccio" con Origin, e facendo girare in maniera costante anche Desura sul PC (ma spero che aggiornino il client per farlo funzionare in maniera più solida), comincio a non essere più legato in maniera così stretta a Steam, comincia a non fregarmene più molto se il gioco X non esce per Steam.

Datemi una roba che s’installi (e soprattutto si disinstalli) in maniera pulita nel PC, sotto client o meno, e che magari si aggiorni pure da sola, sempre tramite client o meno, e siamo a posto così.

Dal client del futuro mi aspetto che non solo offra le robe di base che ogni store dovrebbe avere – e più o meno ha – ovvero catalogo fornito, aggiornamenti automatici, funzioni social, e sconti a volontà.

Dal client del futuro mi aspetto anche feature che estendano le funzionalità dei giochi, quindi lo sharing video di cui parlavo prima, ma anche l’home streaming di Steam, ad esempio, che funziona a bomba, ma è per casi d’uso un po’ particolari, o la condivisione via streaming dei giochi di recente introdotta su PS4, e così via.

Essendo i client, insomma, delle vere e proprie console virtuali, mi aspetto cioè che attirino il giocatore con tutti quegli "extra" che sono tipici delle console.

Mi aspetto anche che i client comincino a integrare sempre più funzionalità di base, alleggerendo il lavoro degli sviluppatori: ad esempio, se compro un gioco vecchio su GOG, so già con sicurezza che i tipi di GOG si saranno assicurati loro che mi giri alla perfezione sul mio PC moderno.

Magari in futuro anche parti di multiplayer e netcode saranno demandate ai client (e in parte ciò è già realtà), e magari sarà "iniettato" a posteriori il supporto online in titoli che in origine non lo prevedevano (come fanno/facevano OnLive e Gaikai e come fanno diversi emulatori, anche se con risultati poco user-friendly, purtroppo, nel caso di questi ultimi).

E così via.

Certo bisognerà raggiungere un equilibrio tra servizi forniti, costi per fornirli, e guadagni dei platform-holder. Sicuramente questi ultimi cercheranno il lock-in, più o meno palese, di sviluppatori da un lato e utenti dall’altro. Però l’utente credo che si ritroverà a scegliere tra un certo numero di piattaforme, tutte con le loro specificità, e che andrà ad acquistare il gioco sulla piattaforma che gli offrirà i servizi aggiuntivi più invitanti.

Chissà. Vedremo!