IL RITORNO DEI BEAT’EM UP A SCORRIMENTO PASSA PER LA RUSSIA?

Hola boys, ieri è uscito Mother Russia Bleeds, e ovviamente essendo appassionato del genere mi ci sono fiondato, anche se quello che s’era visto finora m’aveva lasciato un po’ dubbioso sulla validità del gameplay.

Devo dire però che giocandoci mi sono ricreduto e che quello che temevo potesse essere un button masher senza speranza s’è rivelato invece un beat’em up di una certa complessità e in grado di offrire un soddisfacente livello di sfida (con alcune sezioni anche parecchio ostiche, ma mai frustranti al punto di farmi demordere).

MECCANICHE DI GIOCO MENO BANALI DI QUANTO NON CI SI POTESSE ASPETTARE

Più che dalle parti dei button masher Capcom da Final Fight in poi qui ci troviamo sulle frequenze di un Sengoku 3 o di un Gaia Crusaders, nel senso che andando avanti premendo tasti a caso si viene presto bloccati dall’avanzare dei nemici (che in Mother Russia Bleeds sono parecchi e parecchio aggressivi fin da subito) ed è quindi necessario capire qualche meccanica e qualche concetto di base per entrare davvero nello spirito del gioco.

Con questo non voglio dire che siamo ai livelli di complessità delle succitate produzioni Noise Factory, dato che comunque ci sono molte meno combo e il sistema in generale è meno raffinato, però bisogna lo stesso capire un attimo che ad esempio per buttare subito a terra un nemico ci vuole il calcio, mentre invece coi pugni si sta lì a darne a darne all’infinito (gli avversari hanno la pellaccia dura) rischiando sempre di rimanere scoperti troppo a lungo.

Oppure bisogna capire fin da subito che la schivata (effettuabile con RB) è fondamentale ed è effettivamente l’unico modo per togliersi d’impiccio da una gran varietà di situazioni (laddove nel succitato Final Fight l’opzione standard è la mossa speciale pugno+calcio, più semplice, ma anche con meno profondità tattica).

NON È UN BUTTON MASHER, MA COMUNQUE SI MANTIENE VISCERALE E PUNTA ALL’IMMEDIATO

Insomma Mother Russia Bleeds si fa rispettare, e dopotutto la sua mancanza di "raffinatezza" non è detto che non sia una scelta, in quanto se in un Sengoku 3 l’obiettivo è di tenere i nemici in aria tre ore a forza di combo, nella produzione dei francesi di Le Cartel c’è molta più enfasi sulla reattività momento per momento, sul trovare l’angolino giusto in cui sgusciare all’ultimo istante mentre si è circondati di nemici, sul tenere un avversario fermo a forza di cazzotti e aspettare che intanto quell’altro che sta arrivando da dietro si avvicini abbastanza da neutralizzarlo con un calcio secco.

Molto "feels" e molto brutale, anche grazie al rage mode che, in linea con l’estetica malata del gioco, si attiva iniettandosi una droga illegale chiamata "nekro" e permette di spappolare letteralmente i nemici con colpi che fanno volare teste e attorcigliare spine dorsali.

Il gioco offre diversi tipi di "droghe" che si sbloccano affrontando le varie modalità arena (che si sbloccano a loro volta una volta finiti i rispettivi livelli nella campagna principale), ogni droga ha un effetto leggermente diverso, e credo che ce ne siano pure che ricaricano l’energia, dato che il gioco in sé non ha power-up e polli arrosto in grado di ripristinare la salute sparsi per i livelli.

EDIT: Ho appena scoperto che l’energia si ricarica semplicemente premendo LT e sfruttando una "dose" per curarsi invece che per andare in berserk. E ho finito tutto il gioco senza saperlo!

ESTETICA DROGATA

L’unico "power-up" che si può recuperare è la droga stessa, che si può prelevare dai nemici in punto di morte che stanno ancora rantolando, una roba un po’ alla BioShock diciamo, altrimenti, se si gioca in coop (solo locale al momento purtroppo) si possono aiutare i compagni di gioco cedendogli un po’ della propria droga, anche per farli rivivere una volta che sono al tappeto privi di energia (mentre in singolo no energia = game over).

EDIT: vedi sopra

L’estetica del gioco è ottima e riesce appieno nel suo intento di rendere un’atmosfera povera e malata, con una pixel-art molto ben fatta, ma anche sporca al punto giusto, e con luoghi e situazioni piuttosto "al limite" per quel che si vede normalmente nel panorama videoludico, anche indie, dove con "al limite" intendo riferimenti più o meno espliciti e malati al sesso (c’è un intero livello ambientato in un club BDSM) che però ovviamente vengono stemperati dal tono un po’ da humour nero del tutto (tono che però non sconfina mai al punto da non poter prendere davvero nulla sul serio come, ad esempio, in Double Dragon Neon, che pure m’è piaciuto).

Nota di merito per il dettaglio dei nemici (e dei protagonisti) che si ricoprono sempre più di sangue man mano che si avvicinano alla morte.

TANTE IDEE CHE TENGONO ALTA L’ATTENZIONE LUNGO I LIVELLI

Lo spauracchio principale di questo tipo di giochi rimane come sempre la monotonia che subentra dopo un po’, ma Mother Russia Bleeds compensa anzitutto con una gran varietà di situazioni lungo la campagna principale, che vanno dall’affrontare il pericolo rappresentato da mezzi più o meno pesanti, all’avere di fronte un vero e proprio schieramento di polizia in tenuta antisommossa (a cui vanno rispedite indietro granate e fumogeni), all’uso più o meno occasionale anche di armi da fuoco.

Come ultima rifinitura nel gameplay abbiamo dei boss di fine livello che non sono mai dei semplici punching ball da saccagnare il triplo dei nemici normali, ma che rappresentano dei veri e propri puzzle da studiare e risolvere, visto che gli approcci standard non funzionano mai. Da un lato questo li fa diventare un po’ delle camere stagne rispetto al resto del gioco, ma dall’altro sono comunque strutturati in modo da applicare le abilità apprese lungo i livelli, tant’è che, essendo Mother Russia Bleeds fortemente improntato sul combattimento di mischia, quasi tutti i boss sono incentrati sull’utilizzo più o meno creativo di gruppetti più o meno densi di nemici "standard".

SE VI PIACE IL GENERE IN UN CERTO MODO COMPRATELO, ALTRIMENTI COMUNQUE MERITA UN’OCCHIATA IN SALDO

Insomma, per piacermi m’è piaciuto molto, tant’è che mi sono finito tutta la campagna in un colpo solo ieri su Twitch (impiegandoci circa 6 ore), e ancora ho voglia di giocarci, per sbloccare i vari bonus nella modalità arena e per ri-affrontare la campagna in maniera più "consapevole".

Peccato per la mancanza della coop online (ma spero che la inseriscano in futuro) e anche per i personaggi selezionabili che alla fine, a parte differenze di potenza e velocità, hanno tutti lo stesso identico set di mosse, per cui sulla lunga distanza Mother Russia Bleeds potrebbe avere il fiato corto.

Se però vi piace il genere, e se in particolare vi piace anche nelle sue forme un po’ meno "nazionalpopolari", è sicuramente una produzione da recuperare.